Che stress le partenze!
Detto da me fa un po’ ridere, siccome viaggio molto, sia per svago che per lavoro. Dovrei essere la maga della valigia e invece, ogni volta, la mia si trasforma in una corsa contro il tempo. Sempre!
Prendiamo l’esempio di questa mattina. Da settimane ho programmato di andare a trovare degli amici per qualche giorno. Intendiamoci, abitano a poche ore da casa mia, quindi non dovrei aver bisogno niente di particolare.
Già qualche giorno fa ho pensato dentro di me “sta sera arrivo a casa e preparo la valigia, così da non dover fare tutto di corsa”. Mi sono ripetuta questo mantra più e più volte. Ma ovviamente ogni sera arrivavo a casa tardi, con mille altre cose da fare e indovinate? La valigia è restata lì, chiusa, su qualche scaffale della cantina.
I giorni sono passati ed eccoci arrivati ad oggi, il giorno della partenza. Inutile che vi dica che di pronto non avevo assolutamente niente. Nada. Zero. Rien. Ho impostato la sveglia alle 7.00 -nella mia testa risuonavano sempre le stesse parole “almeno ho tutto il tempo”- ma poi ci ho messo mezz’ora per alzarmi dal letto, un caffè al volo, un’occhiata veloce al giornale e…. sono le 9.00. Ma dico io, come è possibile?
Eppure è sempre così. Il tempo sembra passare ad una velocità incredibile, naturalmente quando non deve! Ed eccoci alle solite scene apocalittiche.
Corsa in bagno, doccia-denti-spazzola.
Corro in stanza, metto i primi vestiti che trovo.
Apro l’armadio e…… panico!
È qui che arriva la questione difficile. In valigia cosa ci metto? Ve lo devo confessare, per me decidere cosa mettere e cosa lasciare non è cosa semplice. Perché non importa se sto andando via per due giorni o per due settimane e non importa se sto andando in qualche paese disperso in montagna o in un centro abitato da milioni di persone… Io devo sempre sentirmi pronta ad affrontare ogni evenienza. Ad essere sinceri, credo che l’80% di quello che metto in valigia faccia parte della categoria “non si sa mai”.
Così dopo aver riempito ogni spazio libero con tutto il mio “non si sa mai” -ovvero, in questo caso, dal costume da bagno al set completo per la pratica dell’alpinismo- eccomi finalmente pronta a partire.
La cosa ridicola è che questo scenario si ripete ogni volta. Mi riprometto di migliorare questo mio lato, cercando di organizzarmi per tempo e penso che la volta dopo sia quella buona. Quella dove almeno il giorno prima -non chiedo tanto io- riesco ad avere tutto pronto, lì, in bella vista davanti alla porta. Ma non capita mai. Non ce la faccio davvero. Ormai mi sto rassegnando al fatto che sembrare una mezza matta che gira per casa con in mano uno spazzolino, mentre con l’altra cerca di pettinarsi per guadagnare quei 5 secondi e mezzo sulla tabella di marcia, sia la prerogativa di ogni partenza. Un po’ come quei riti che la gente tende a fare per scaramanzia prima di qualche evento importante. Perché altrimenti io non riesco davvero a dare una spiegazione a questi momenti di pura follia.
Ma torniamo a questa mattina.
Ovviamente non c’è nemmeno bisogno di dirvelo che non ero in ritardo, ma in ritardissimo. Quindi mi è toccato pure fare una corsa fino alla stazione. Tra il giaccone, la valigia e le scarpe poco comode, avevo la stessa grazia di un orso bruno in fuga da chissà chi o chissà cosa.
Ed ora eccomi qui. Seduta al mio posto, cercando di riprendere fiato dopo questo inizio mattina così, come dire, agitato. Guardo fuori dal finestrino e tutto piano piano comincia a scorrere.
La corsa, l’ansia, l’agitazione… tutto sparisce. Ora sono rilassata, mi lascio assorbire dal paesaggio e dai colori sempre diversi. I miei pensieri scorrono via veloci e leggeri e vanno a confondersi con quanto mi circonda.
Penso ai giorni che si prospettano e mi scappa un sorriso. Comunque andrà, sono sicura che molti bei momenti andranno a racchiudersi in un posto magico… la valigia dei miei ricordi. Ma lì no, non c’è posto per lo stress.